Chi non ha mai conosciuto "Sobbra 'll'era" non potrà mai capire cos'era!

Era il luogo dei desideri dei piccoli monteparanesi, lo stadio di tutti gli sport, il luogo di mille giochi, la palestra in cui si allenava il corpo e lo spirito, dove si mostrava il coraggio quasi tribale dell'avventura sulle "carrozze" giù per "lu sciculone" e dove si diventava "grandi"! 

I giovani marinai che svolgevano il loro servizio di leva presso la Stazione della Marina Militare, erano i grandi amici dei ragazzini di "Sobbra 'll'era". Essi arrivavano da ogni parte d'Italia, da Bari, Roma, Brescia; qualcuno c'è anche rimasto, altri sono ritornati alle loro case con una moglie monteparanese. Erano loro i primi insegnanti di geografia. Era un onore essere chiamati a giocare nelle loro partite di calcio, sentirsi "loro amico".

A giugno "Sobbr'll'era" tornava a fare onore al suo nome. Ridiventava l'aia della trebbiatura, il grano veniva trasportato a "mannucchi" e si apettava la "trebbia". (vedi La trebbia sull'aia)

Nelle sere d'estate, invece, si giocava a "libbra", si "punneva" sotto l'unico palo che reggeva una piccola lampada fioca all'inizio del campo,  che combatteva inutilmente una battaglia persa in partenza contro l'oscurità. Quella lampadina spesso diventava il bersaglio delle gare di tiro alla pietra dei giovanissimi "contradaioli". Il colpirla era il preludio a mesi di oscurità totale.

Ma la notte di San Gaetano "Sobbra all'era" rinasceva a nuova vita, era un turbinio di colori e tutto il paese era là, con la testa all'insù, ad ammirare lo spettacolo dei fuochi d'artificio, tre diverse batterie in gara tra loro, e tutti giocavano a fare gli esperti, a dire "Questo è meglio dell'altro!". 

Oggi, col senno di poi, si direbbe che "Sobbra all'era" era semplicemente uno "spazio non attrezzato". Ma ci pensava la fantasia e la creatività di noi bambini di allora ad attrezzarlo di tutto quello che serviva.